Il prodotto del borgo
Il “Bianco di Pitigliano”, prodotto dalla Cantina Cooperativa e da altri validi viticultori (Villa Corano, Roccaccia ecc.) è stato il primo ad ottenere la Doc in Maremma. Le incredibili cantine scavate nel tufo, dove il vino si conserva a temperatura costante, testimoniano i tempi remoti della tradizione vinicola, a conferma dei quali vi è stata anche la produzione di vino kasher per gli ebrei ad opera della Cantina Cooperativa. Di ottima qualità è pure l’olio proveniente dall’Oleificio “Colline del Fiora” e dai frantoi della zona, adatto per la bruschetta che qui si chiama “pancrocino”.
LO SFRATTO
Il piatto del borgo
Tipico di Pitigliano è lo “sfratto”, un dolce natalizio a forma di lungo bastone, che col suo impasto di miele e noci tradisce l’antica origine ebraica. L’impronta degli israeliti nella cucina locale è evidente anche in altri piatti che costituiscono il Presidio Slow Food “La cucina dei Goym nelle città del tufo”. STORIA
E' un tipico dolce ebraico la cui origine risale alla metà del XVII secolo. Nei primi anni del 1600 gli ebrei che abitavano nella zona furono costretti da un editto del Granduca di Toscana Cosimo II dei Medici a lasciare le proprie abitazioni ed a concentrarsi in una zona, il "ghetto", a ridosso della Sinagoga. Lo sfratto fu intimato dall'Ufficiale Giudiziario e dal Messo Notificatore mediante il gesto rituale di picchiare sulla porta delle case ebree con un bastone. Gli ebrei di Pitigliano e Sorano, 100 anni più tardi, vollero ricordare le imposizioni subite tramite la creazione di questo dolce che assunse nome e forma di questa triste vicenda (da "L'ebreo errante tra arte e storia nella Maremma collinare" di Roberto Pivirotto).